Nella giungla metropolitana fiorentina, oltre agli hipster è possibile avvistare anche i cosiddetti emo. Ma chi sono? Tra ciuffi piastrati e matita rigorosamente nera, ecco la tipica giornata di un emo a Firenze.
Emo è l’abbreviazione di emo-core o emotional hardcore. Oggi fenomeno sociale e di costume che nasce però intorno all’85 come sottogenere dell’hardcore punk.
Col passare degli anni, la cultura emo ha seguito sempre più caratteristiche proprie, fino a diventare uno stile.
La mattina emo a Firenze, tra Big Mac e la frangia
Ore 11:00: La giornata emo a Firenze non inizia, si lascia andare. La depressione è troppa per affrontare la giornata, meglio lasciarla andare ed adeguarsi di conseguenza.
La prima tappa della mattina è comunque esistenziale: il parrucchiere è avvertito, c’è da ritoccare il ciuffo.
Finito l’hair styling è già ora di pranzo. L’emo a Firenze si dirige verso il Mc Donald’s in Piazza Stazione dove incontra gli amici.
Due Big Mac controvoglia ed una chiacchierata sulla prossima serata, cui non si potrà andare, a Desenzano sul Garda. Depressione ormai altissima. Urge tornare a casa per chattare un po’ su Netlog.
Lo shopping emo a Firenze
Ore 15:00 – Ripreso dal Big Mac (e dallo sconforto) è l’ora dello shopping. Cuffie alle orecchie, indossati i jeans più stretti mai ideati e la felpa dei My Chemical Romance ci si dirige verso il Transferts o il K2, vere mecche dell’emo a Firenze.
E’ l’ora degli acquisti: due felpe nere dei 30 seconds to Mars, tre t-shirt attillatissime e un paio di jeans iper mega slim. E’ fatta, l’abbigliamento è finalmente completo.
Sempre a piedi un giro in centro ad ammirare l’ultimo modello di Converse e poi di nuovo seduti davanti al Mc in Piazza Stazione: mp3 e cuffie alle orecchie ad aspettare il bus.
Un salto all’Euronics a comprare l’ultimo ritrovato in fatto di piastre per capelli e via di ritorno a casa per cena.
La cena e poi i videogame
Ore 20.00 – Una sofferta cena e poi ci si prepara per l’uscita serale di nuovo in centro. Messi su i jeans appena comprati e provata la trentaduesima piastra per capelli in un anno si è pronti per uscire.
Una birra e di nuovo tanta depressione, l’emo a Firenze non ha grandi locali e spazi per ritrovarsi. Magari si fosse a Desenzano.
A meno di feste particolari ecco dunque che si beve qualcosa, si infama qualche truzzo e si torna a casa, magari a giocare ai videogiochi o a chattare su Netlog.
Poi, intorno alle tre di notte si va a letto, sempre con tanta sofferenza e sempre…dreaming Desenzano.