Film, ma anche mostre d’arte, installazioni e aperitivi. Dal 3 all’8 aprile a Firenze torna protagonista il Medio Oriente, con il festival Middle East Now.
Sapete cos’è l’hummus e da dove proviene? E che lo sport più praticato dalle donne afghane è la boxe? Per scoprire tutto sulla realtà culturale dei paesi mediorientali, torna a Firenze Middle East Now, una full immersion tra lungometraggi, mostre e appuntamenti culinari.
Il festival, alla sua quarta edizione, dal 3 all’8 aprile 2013 propone 46 film e documentari, in programma al Cinema Odeon e all’Auditorium Stensen. Vi consigliamo le pellicole migliori.
Da vedere Zaytoun di Eran Riklis, il film d’apertura del festival (in anteprima Italiana), nonché l’ultimo lavoro del regista di Lemon Tree (2008) con co-protagonista Stephen Dorff, l’attore hollywoodiano che in Somewhere di Sofia Coppola ha rivestito il ruolo di interprete principale.
My Afghanistan. Life in the Forbidden Zone è invece il documentario girato con i telefoni cellulari da dieci afghani, una sorta di Grande Fratello afghan-style. Sui grandi schermi fiorentini arriva poi la storia di una guerra, in questo caso solo di natura culinaria, tra Libano, Israele e Palestina che si contendono la paternità del tradizionale piatto a base di ceci (hummus) nel divertente documentario Make Hummus not War.
Commovente ed esilarante è A World Not Ours, sui mondiali di calcio, dalla prospettiva di un campo profughi palestinese, nel sud del Libano.
Per la prima volta al Festival è protagonista il Marocco, paese al centro di grandi cambiamenti politico-sociali negli ultimi tempi, con il thriller Death For Sale di Faouzi Bensaïdi, candidato agli Oscar 2013 come miglior film straniero e il documentario Casablanca Mon Amour di John Slattery, acuta analisi della relazione esistente tra modo arabo e star system hollywoodiano.
Molte le iniziative collaterali del Middle East Now, tra mostre e progetti artistici ad ingresso gratuito. All’Aria Art Gallery in Borgo Santi Apostoli (dal 5 aprile al 5 maggio), la mostra del marocchino Hassan Hajjaj. Considerato l’Andy Warhol del mondo arabo, mette in scena una rilettura, stravagante e affascinante del Magazine Vogue.
Tra un aperitivo libanese e un piatto marocchino, sarà Rana Salam, ospite d’eccezione del festival, ad attirare l’attenzione: un’installazione all’Odeon, una lecture al Centro di Cultura Contemporanea Strozzina e un Pop up Shop nel Concept Store di Societè Anonyme (in via della Mattonaia, fino al 27 aprile). Di lei, graphic artist libanese, ha scritto la stampa internazionale, da Monocle a Vogue.
Infine spazio anche a Greenhouse, l’istituzione cinematografica che in Israele si occupa di formazione di giovani film makers: alla presenza di tutor ed esperti si terrà un workshop (in lingua inglese) sul documentario (obbligatoria l’iscrizione) dove saranno proiettati 4 lavori realizzati nell’ultima stagione.
Informazioni dettagliate sul sito del festival Middle East Now.