Un tour tra gli angoli fiorentini della supercazzola. Dal mitico Bar Necchi fino a Santo Spirito, vi portiamo alla scoperta dei luoghi immortalati nella pellicola di Mario Monicelli.
“Che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione”. Così il Perozzi parlava del Necchi. Ecco quattro luoghi storici di Amici Miei a Firenze.
Amici miei e il Bar Necchi
Il ritrovo di Amici miei è in via de’ Renai 17 in San Niccolò. Nel bar del Necchi – ma gestito soprattutto dalla Carmen, la moglie – i cinque si fermano a giocare a biliardo. Il sapore è quello della vecchia città popolare: il caffè, una spuma, le paste calde, le sigarette, il Totocalcio. Poesia di una Firenze che fu.
Nel bar conoscono il fantastico pensionato Righi – cappotto lungo da impiegato in stile Fantozzi e occhiale fondo di bottiglia – subito cooptato nella fantomatica lotta contro i marsigliesi. Davanti al bar, oggi un famoso locale della nightlife fiorentina, viene girata anche la supercazzola del clacson, scena folgorante che entrerà dritta nell’immaginario collettivo.
Mascetti: Tarapia tapioco! Prematurata la supercazzola o scherziamo?
Vigile: Prego?
Mascetti: No, mi permetta, no io… Scusi, noi siamo in quattro, come se fosse antani anche per lei soltanto in due oppure in quattro anche scribai con cofandina, come antifurto, per esempio.
Vigile: Ma quale antifurto! Mi faccia il piacere, questi signori qui stavano suonando, ‘un s’intrometta!
Mascetti: Ma no, aspetti, mi porga l’indice, ecco lo alzi così, guardi, guardi, lo vede il dito, lo vede che stuzzica, e prematura anche… Ma, allora io le potrei dire, anche col rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vicesindindaco, capisce?
Vigile: Vicesindaco…?
L’ospedale di Amici miei al Salviatino
Altro luogo storico di Amici miei. E’ la clinica in collina dove lavora il Sassaroli (ma che in realtà non è a Pescia ma è all’Istituto del Salviatino in zona Campo di Marte). Qui, tra un Afasòl e una punturina, il Melandri conoscerà Donatella, moglie del Sassaroli e futura sofferenza del buon architetto Rambaldo.
Dalle scene in ospedale fino agli schiaffi al treno in partenza è autentico show. Birillo, i bambini, la governante tedesca e le chiamate del Mascetti a Donatella. Scene e dialoghi epici, troppo geniali per non entrare di diritto negli annali del cinema.
“Tu, una donna così, non la reggi… Vattene! Lascia il cappotto…”
San Miniato, il guardiano e la supercazzola di Amici miei
Il cimitero Monumentale di San Miniato è una delle location storiche di Amici miei a Firenze. Davanti ad un giovane Haber, i quattro – rimasti davanti alla tomba del Perozzi appena deceduto in una scena storica di supercazzola al Prete – decidono di buttarla in caciara.
L’eterna sfida anche alla più tragica delle circostanze della vita – la scomparsa di un amico caro – è servita: il vedovo Haber piange la sua cara Adelina amore mio mentre il Sassaroli si avvicina. Il seguito è inutile ricordarlo, il consiglio però resterà per sempre quello: “Non si deve mai andare in Germania, Paolo…“
Guardiano: No, no, guardi, no, ‘un si po’ mia parcheggiare ni’ccamposanto, no, ‘un si pole!
Mascetti: Sbiriguda! Supercazzola prematurata!
Guardiano: Eh?
Mascetti: No, dico, prematurata la supercazzola!
Guardiano: Ah, ‘un capisco…
Mascetti: Con scappellamento a destra!
Guardiano: Ah, le ‘appelle! E le son lá – guardi – a destra, ma qui ‘un si po’ parcheggiare!
Il funeralone del Perozzi in Santo Spirito
“E come vorrei che venisse fuori un funeralone da fargli prendere un colpo: e migliaia di persone, tutte a piangere, e corone, telegrammi, bande, bandiere, puttane, militari…”.
Una delle frasi storiche di Amici miei è pronunciata dal Melandri subito dopo la morte del Perozzi. E il funeralone ci fu, in Piazza Santo Spirito, una delle piazze più belle di Firenze, che ancora oggi è ricordata anche per questa scena cult.
Finisce qui la breve rassegna dei luoghi che hanno fatto la storia di Amici Miei. E che della città ne hanno raccontato la cultura attraverso l’amicizia, la simpatia e l’ironia tipiche fiorentine.
Ed eccoci qui, come quattro bischeri. Però con quest’amicizia che dura da tanto tempo, anche dopo morti. E malgrado tutte le differenze che ci sono fra di noi siamo uniti da certe regole mai dette: il diritto di sfotterci a vicenda, la voglia di ridere, di divertirsi e il gusto difficile di non prendersi mai sul serio. (Conte Lello Mascetti)