Il Biancone, la fontana di Nettuno in piazza della Signoria

Origini e Primi Progetti

La Fontana del Nettuno, situata in Piazza della Signoria a Firenze, emerge non solo come un capolavoro artistico, ma anche come un esempio di collaborazione e innovazione del Rinascimento. La sua genesi risale al 1550, quando Bandinelli menzionò per la prima volta il progetto in una lettera a Jacopo Guidi, sottolineando l’ambizione del Granduca di superare tutte le altre fontane in termini di magnificenza.

La Sfida del Marmo

Un elemento cruciale nella realizzazione della fontana fu la scelta del marmo. Nel 1558, un imponente blocco di marmo fu estratto dalle cave di Carrara e inviato a Firenze. Questo blocco, destinato a diventare la statua del Nettuno, rappresentava una sfida sia in termini di ingegneria che di scultura. La sua lavorazione richiedeva una maestria eccezionale, e molti artisti dell’epoca, tra cui Bandinelli, Giambologna e Vincenzo Danti, espressero il desiderio di partecipare al progetto.

La Visione di Ammannati

Dopo la morte del Bandinelli nel 1560, Bartolomeo Ammannati assunse la guida del progetto. La sua visione per la fontana era chiara: voleva creare un’opera che combinasse la maestosità del dio Nettuno con l’eleganza e la grazia delle figure marine circostanti. L’Ammannati, influenzato dal suo periodo di formazione a Venezia e dalla sua collaborazione con il Sansovino, introdusse elementi innovativi nella scultura, distaccandosi dall’accademismo michelangiolesco e proponendo una nuova interpretazione del manierismo.

Collaboratori e Dettagli

La realizzazione della fontana non fu un’impresa solitaria. Numerosi artisti e maestri collaborarono con l’Ammannati, tra cui Andrea Calamech, Girolamo di Noferi da Sassoferrato e Battista di Benedetto Fiammeri. Ogni artista contribuì con la propria expertise, arricchendo l’opera con dettagli e finiture uniche. Ad esempio, le figure di satiri, ninfe e fauni che adornano la base della fontana furono scolpite da diversi artisti, ognuno dei quali apportò il proprio tocco distintivo.

Critiche e Legacy

Nonostante la sua indiscutibile bellezza, la fontana fu oggetto di critiche. L’Ammannati stesso, in seguito, esprimeva riserve sull’opera, condannandola per le sue allusioni pagane. Tuttavia, la Fontana del Nettuno rimane uno dei simboli più iconici di Firenze, un tributo alla creatività e all’innovazione del Rinascimento.

Il Restauro del 2017 / 2019


Dopo un restauro accurato e complesso durato due anni, la Fontana del Nettuno di piazza della Signoria a Firenze è stata riportata al suo antico splendore. Questo restauro ha restituito alla città la sua fontana più celebre, ora resa trionfale grazie alla riattivazione dell’impianto idrico che alimenta i maestosi giochi d’acqua, seguendo la visione originale di Bartolomeo Ammannati, il progettista della fontana.

Il restauro, che celebra i 500 anni dalla nascita di Cosimo I (committente dell’opera) e Caterina de’ Medici, è costato 1,5 milioni di euro, finanziati dalla maison Salvatore Ferragamo tramite art bonus. I lavori sono iniziati nel febbraio 2017 e hanno temporaneamente nascosto la statua del ‘Biancone’, ma hanno permesso visite guidate al cantiere, offrendo a circa 2.000 persone di 90 nazionalità la possibilità di osservare le varie fasi di lavoro.

In occasione dell’inaugurazione della fontana restaurata, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino ha proposto uno spettacolo che evoca le feste rinascimentali e barocche, combinando tradizione e tecnologie moderne. La storia della fontana è stata raccontata attraverso un testo teatrale e una serie di performance acrobatiche, offrendo al pubblico una celebrazione unica dell’opera d’arte restaurata.

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Claudio Ripoli
Claudio Ripoli

Appassionato di digital marketing specializzato nella creazione di format innovativi per l'intrattenimento culturale. Attualmente, sto esplorando l'uso di tecniche avanzate di Intelligenza Artificiale nella produzione di contenuti. PS : Scrivere la propria bio è imbarazzante.

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